Archivio storico lodigiano

Norme redazionali

I testi e le note dovranno essere scritti a computer, con un word di uso comune.

Il testo, comprese eventuali tabelle, grafici e illustrazioni, può essere inviato alla redazione in formato digitale. Il testo e le note saranno scritti separatamente. Tabelle, grafici e illustrazioni, andranno fornite in file a parte. Saranno da evitare formattazioni particolari e rientri. Evitare l’uso del carattere in grassetto.

Una volta consegnato per la stampa, il testo è da considerarsi definitivo.

Ogni autore riceverà una copia di prime bozze impaginate per apportarvi le correzioni degli eventuali errori e refusi, nonché le modifiche necessarie per uni formarsi ai modelli formali più sotto elencati. Le correzioni dovranno essere evidenziate in modo chiaro e leggibile a margine, con segni di riferimento al punto preciso da correggere nel testo. Non verranno presi in considerazione correzioni tali da alterare la composizione o l’impaginazione.

Composizione

Il primo criterio cui attenersi sarà quello dell’uniformità.

Quanto allo stile, l’autore potrà scegliere tra le seguenti due soluzioni: a) la prima citazione completa, le successive abbreviate; b) citazioni convenzionali nelle note al testo, che rimandano a un indice Finale alfabetico degli autori e delle opere citate (diverso dalla bibliografia).

Es. della soluzione a).

Prima citazione completa: Giovanni Agnelli, Lodi ed il suo territorio nella storia, nella geografia e nell’arte, Deputazione storico-artistica, Lodi 1917, p.50. Successive citazioni: Giov. Agnelli, Lodi ed il suo territorio, p. 200. Si noti dall’esempio che le citazioni successive devono essere sufficientemente indicative, sia. per quanto riguarda l’autore (nel nostro caso Giovanni Agnelli va distinto dal figlio Giuseppe, pure autore di storie locali, in altri casi basterà l’iniziale puntata del nome), sia per quanto riguardai] titolo, che deve avere un senso passabilmente compiuto. Si evitino comunque abbreviazioni come cit. o op. cit.

Es. della soluzione b).

Citazione convenzionale in nota: Giov. Agnelli 1917, p. 50. Nell’indice finale: Giov. Agnelli 1917 =, seguito dai dati completi come sopra (senza rinvii alle pagine).

N. B.: I nomi degli autori o dei curatori non vanno in maiuscoletto; se sono più di uno vanno scritti nell’ordine del frontespizio, separati da una. virgola; se sono più di tre, l’opera si cita sotto il titolo, evitando la sigla AA.VV. Il titolo dell’opera si scrive in corsivo, con virgola finale in tondo. Per le opere in più volumi e per le collezioni, si seguano le regole della catalogazione bibliotecaria. Le edizioni successive alla prima si indicheranno mediante un esponente posto subito dopo la data dell’edizione citata. Nel citare articoli da riviste, dopo l’indicazione dell’autore e del titolo, scrivere la parola: in, seguìta dal titolo della rivista in tondo tra virgolette apicali e dall’indicazione dell’annata e delle pagine. Es.: Xenio Toscani, Gli atti del convegno internazionale napoleonico di Lodi, in “Archivio Storico Lodigiano”, CXVI-1997, pp. 191-199. La stessa norma si seguirà nel caso di contributi in opere collettive, ma il titolo dell’opera collettiva si scriverà in corsivo.

Per la citazione di manoscritti o fonti d’archivio vanno indicati, nell’ordine: città, biblioteca o archivio, fondo, serie, segnatura, fascicolo, numero della carta, recto o verso, nella forma abbreviata convenzionale, es.: c. 7r, c. 7v. Nell’edizione di testi manoscritti si seguano le norme in uso nelle pubblicazioni scientifiche.

È consentito l’uso delle sigle di uso corrente, come MGH, PL, PG, MS. Si possono adottare anche abbreviazioni specifiche, purché se ne faccia l’elenco con relativo scioglimento in prima nota.

Es.: ASL “Archivio Storico Lombardo”; ASLod = “Archivio Storico Lodigiano”, ASMi = Archivio di Stato di Milano, e simili.

Avvertenza

Nei casi dubbi, è importante il mantenimento dell’uniformità: una volta adottata una soluzione, la si segua costantemente.